Occupied Territories at Le Gallerie

February 23, 2025

Occupied Territories | stories from Lebanon, Gaza & The West Bank
Solo Exhibit at Le Gallerie Piedicastello, Trento from 14.12.2024 to 28.02.2025

L’informazione sta cambiando. E con essa cambia il nostro modo di vederla e comprenderla. Un cambiamento lento, ma inesorabile, che ci scivola addosso senza che ce ne accorgiamo. Le notizie non sono più ricerca della verità: sono diventate uno strumento di comunicazione, un intrattenimento in cui la verità si perde nel frastuono di parole vuote. Il giornalista si sta estinguendo, sostituito dal divulgatore, l’uomo dalle mille abilità, colui che sa fare tutto: si mette in mostra sui social, produce podcast, fotografie, documentari, scrive libri e fa televisione.

La centralizzazione dell’informazione, sempre più rapida e nelle mani di pochi potenti, la quasi totale scomparsa delle pubblicazioni, l’uso crescente delle fonti locali per abbattere i costi, la sfiducia in un sistema al collasso: tutto questo ha ridotto drasticamente la possibilità di raccontare storie indipendenti, di fare quel giornalismo che un tempo definivamo tale. Oggi, il giornalista è come un pittore che non riesce più a vendere le sue opere, un artista che lotta per farsi sentire. La sua vita, senza compromessi, diventa lo strumento con cui racconta ciò che gli altri non vogliono sentire.

Oggi, più che mai, è necessario avere la lucidità di discernere la propaganda dalla verità, di separare la realtà dalla menzogna. Non è facile, non lo è mai stato. Ma è l’unica via per capire chi siamo davvero e il mondo che ci circonda.

Perché, allora, rischiare tutto per così poco? Perché esporsi tanto senza nulla in cambio? La risposta è nella speranza di lasciare una memoria storica, di impedire a chiunque di nascondersi dietro la scusa: “Non lo sapevo”.

Quando parliamo di Gaza e della Palestina, non possiamo ignorare un massacro che nessuno ha il coraggio di chiamare per nome: quasi 45.000 morti accertati, un terzo dei quali donne e bambini. Immagini che bruciano dentro, che non lasciano spazio ad alcuna vergogna. In Libano, la guerra – ora in pausa – ha seminato altra violenza, con oltre 3.500 vittime e più di un milione e duecentomila sfollati. In Cisgiordania, terra palestinese, l’esercito israeliano e i coloni conducono attacchi continui in cerca di nuove terre e nuovi confini, mascherati da giustizia e difesa.

Questa esposizione è una testimonianza viva, uno squarcio sulla realtà dei popoli sotto assedio, un grido visivo che svela ciò che accade sotto i nostri occhi. Attraverso le fotografie, vengono raccontate le storie di chi subisce una sistematica e brutale negazione dei diritti umani, vittime degli attacchi indiscriminati dell’esercito israeliano. È un monito per chi ha il coraggio di guardare senza distogliere lo sguardo e trova ancora la forza di indignarsi. Perché quando la storia ci chiederà conto, non potremo più dire: “Non lo sapevo”.